Da quel giorno del 1451, la piccola comunità rurale, fu sconvolta dall'evento miracoloso; sorse una piccola chiesetta e, grazie alla nobildonna Girolama Zuccareda, proprietaria di molte terre a Conscio, che offrì nel 1488 "un pezzo di prato", i frati Carmelitani dell'antica osservanza di Mantova, costruirono un romitorio (convento) e lo stesso "piccolo campanile con campane".
La Chiesetta era sorta nel 1466 su un lembo di terra "libero dono" di Mons. Giovanni Zeno, cardinale di S. Maria in Portico e Abate di Nervesa.
Il card. Zeno successivamente favorì l'ingresso dei Frati Carmelitani a Conscio anche per stemperare l'enorme influenza religiosa e politica dell'Abbazia benedettina di Nervesa che era libera dall'ingerenza del Vescovo di Treviso come l'avevano voluta i conti di Collalto fin dalla sua fondazione (1062).
I Carmelitani a Conscio svolsero degnamente fino a tutto il 1500, la missione religiosa che era stata loro affidata. Dimostrarono "amore e diligenza" nella loro opera, arrecando conforto spirituale e materiale specialmente ai poveri del paese ai quali elargivano "elemosine e voti" che ricevevano dai più facoltosi cittadini.
Nel 1548 nel Capitolo Generale dell'Ordine carmelitano, svoltosi a Venezia sotto la presidenza di Nicola Audet, fu eletto fra' Giovanni Roccabonella priore a Conscio con il compito di ricostruire il convento nel luogo "più notabile e necessario" entro 5 anni. Questo priore succedeva a Fra' Cherubino che 10 anni prima aveva provveduto a costruire la tomba dei suoi confratelli nel pavimento della Chiesa (di cui rimane ancora una lapide-ricordo) e aveva rialzato il campanile (1537). Allo stesso fra' Cherubino viene attribuita la costruzione dei due altari laterali della Chiesa: a sinistra quello dedicato alla B.V. del Carmelo, a destra quello dedicato ai SS. Antonio e Rocco.
Nel 1570 si era fabbricata la Chiesa e pareva opportuno unirla alla parrocchia di Casier, ma poiché quelli della Schiavonia avevano concorso più che altri nei lavori, bisognò lasciare che Conscio "facesse da se"...
Il 1500 si può considerare un secolo d'oro della vita socio-religiosa di Conscio, un altro fatto importante ci conferma la fama e la fiducia di cui godevano i Carmelitani del luogo. In un atto notarile del 26 agosto 1584, si legge infatti che l'intera comunità di Trepalade di Quarto d'Altino, donò il proprio oratorio "S. Magno" ai nostri Carmelitani, i quali, in cambio, avrebbero dovuto prestar "i divini uffici" anche a quella popolazione. Dopo un secolo e mezzo di zelante servizio religioso in paese e presso le popolazioni vicine, all'inizio del '600 i Carmelitani a Conscio risentono di una grave crisi monastica che nell'arco di pochi decenni, porterà fatalmente alla soppressione del loro monastero in quel di Conscio e la nascita della Parrocchia.
Molteplici furono le cause di questo inesorabile declino: molte riconducibili alla gran parte dei monasteri del tempo (molti furono venduti per finanziare le crociate e le guerre) e altre legati alla situazione locale.
La Serenissima non fu estranea alla soppressione di numerose comunità religiose, favorendone la sostituzione nelle parrocchie con i sacerdoti secolari come avverrà a Conscio; lo stesso Papa Innocenzo X, preoccupato della situazione precaria che vivevano i piccoli monasteri, con Bolla del 15 ottobre 1652, ne ordinò la chiusura (ben 2121 dei quali erano Carmelitani). Da alcune memorie conservate nell'archivio parrocchiale, sappiamo che a Conscio i frati conducevano una vita "religiosa scadente e rilassata e trascuravano un po' troppo il bene delle anime". Nel 1607, addirittura, il priore del Convento a causa di numerosi debiti verso la Curia Vescovile , fu incarcerato per lungo tempo lasciando il paese senza alcun tipo di cura spirituale...
La stessa Abbazia di Nervesa a cui era sempre soggetta la Chiesa di Conscio non manteneva più buoni rapporti con i nostri Carmelitani. Uno dei motivi della discordia era che il priore ostacolò più volte le visite dell'Abate di Nervesa nel convento consciese...
Per sostenere le ingenti spese della guerra di Candia contro i Turchi (1645-1669), la Serenissima allo scopo di rimpinguare le casse ormai esauste, fu costretta a mettere in vendita tutti i piccoli conventi. Anche per questo motivo, il monastero di Conscio non poté sfuggire a quella sorte inesorabile: con atto del 9 maggio 1659 fu venduto al pubblico incanto.
I Carmelitani lasciarono il paese e si trasferirono a Treviso, dopo la loro partenza il Vescovo d'intesa con il nunzio apostolico, incaricò fra' Francesco Nasini per "l'officiatura della Chiesa e la cura incondizionata delle anime".
Il 1 gennaio 1702 il Vescovo elevò Conscio a Parrocchia di collazione della Curia, volendo così chiudere ogni vertenza con l' Abbazia di Nervesa.